Diritto all’ambiente

I costi nascosti della produzione energetica.

Un ciclo di due conferenze per conoscere da vicino le problematiche ambientali: chi colpiscono, da cosa vengono causate, cosa comportano e cosa significa provare a risolverle. In collaborazione con Voice Over Foundation e l’associazione studentesca SIT PoliMi, vi invitiamo a due incontri per fare chiarezza su controversie da tempo presenti ma spesso nascoste.


L’impatto ambientale dell’estrazione mineraria

Riflessioni su giustizia sociale e climatica nelle comunità danneggiate

OSPITI

Flaviano Bianchini, scienziato di Source International.

Riccardo Emilio Chesta, professore di “Sociologia delle questioni ambientali” (PoliMi) e ricercatore presso “META Research Center – Social Sciences and Humanities for Science and Technology”.

Modera:

Chiara Pedrocchi, antropologa e giornalista. Si occupa principalmente di diritti, genere e ambiente. Scrive per Scomodo e .eco, e ha co-fondato la rivista AceTonico. Si occupa di comunicazione e advocacy per Voice Over Foundation.

ESTRATTO

Il primo incontro del 23/11/2023 è ruotato attorno all’impatto delle terre rare, partendo dal caso di una miniera in Perù. In questo contesto, le domande chiave che ci siamo posti sono state:

quali dinamiche sociali emergono dai problemi ambientali?

come possono essere affrontate?

Flaviano Bianchini ci ha mostrato il caso della città di Cerro De Pasco, i cui abitanti vivono a stretto contatto con alti livelli di inquinanti a causa di un’enorme miniera a cielo aperto: El Tajo, un cratere di roccia lungo e largo due chilometri e profondo quasi un chilometro. Da quella stessa miniera sono stati estratti materiali quali piombo, zinco, ferro, oro e argento, utilizzati per gioielli, applicazioni industriali ed elettroniche in ogni parte del mondo. L’inquinamento sta divorando la città e soprattutto la salute dei suoi cittadini, in primis i bambini. Per questo motivo, Bianchini ha fondato Source International, ONG che si è occupata di difendere i diritti degli abitanti davanti al governo e all’attenzione internazionale, per quanto la situazione sia tuttora controversa.

Assieme al professor Riccardo Emilio Chesta, docente di Sociology of Environmental Issues presso il Politecnico di Milano, abbiamo inoltre analizzato i processi sociali e le trasformazioni del nostro presente in relazione a tecnologia, internet ed elettronica… cercando di rispondere alle seguenti domande:

Cosa contraddistingue le imprese di nord e sud del mondo?

Qual è il ruolo dell’attivismo in questo contesto?

Ad un giorno da Black Friday, abbiamo infine colto l’occasione per approfondire l’impatto dei nostri acquisti e sul perché a volte il conto venga pagato dall’altra parte del mondo.

Iniziativa realizzata con il contributo del Politecnico di Milano.

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Acqua o petrolio: i costi di una scelta

La filiera del fossile dall’Iraq all’Italia e la responsabilità delle multinazionali

OSPITI

Sara Manisera dell’associazione FADA, collettivo di giornalist3 di inchiesta che si occupa di ambiente, filiere globali e società civile.

Felice Moramarco di Greenpeace, organizzazione ambientalista conosciuta in tutto il mondo.

Modera:

Chiara Pedrocchi, antropologa e giornalista. Si occupa principalmente di diritti, genere e ambiente. Scrive per Scomodo e .eco, e ha co-fondato la rivista AceTonico. Si occupa di comunicazione e advocacy per Voice Over Foundation.

ESTRATTO

Nel secondo incontro del 30/11/2023, ci siamo spostati in Iraq per analizzare altre importanti problematiche ambientali: quelle generate dall’industria fossile;  ed altri strumenti di attivismo: il giornalismo e le cause legali.

L’Iraq è il quinto paese al mondo più vulnerabile alla crisi climatica e alla scarsità d’acqua, ma allo stesso tempo uno dei principali esportatori globali di petrolio. Ma a pagare il prezzo del disastro ambientale sono le comunità, con casi sempre più frequenti di malattie e scarsità d’acqua.

Partendo dalla proiezione del cortometraggio “Nel paese dei fiumi non c’è più acqua pulita” di Sara Manisera e Arianna Pagani, abbiamo discusso dell’industria petrolifera in Iraq, del contesto geopolitico e della dipendenza da questa risorsa. Per avere un quadro globale della situazione, verrà presentata “La giusta causa”, una causa civile contro ENI, presentata da Greenpeace Italia, ReCommon e dodici cittadine e cittadini di aree colpite dai cambiamenti climatici, per danni e violazioni dei diritti umani legati ai cambiamenti climatici, ai quali contribuisce con le sue emissioni.

Iniziativa realizzata con il contributo del Politecnico di Milano.

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